La Murgia

IL PAESAGGIO

Canosa di Puglia, Gravina in Puglia, Minervino Murge, Poggiorsini, Ruvo di Puglia e Spinazzola: il territorio del GAL Murgia Più è composto da sei comuni dell’entroterra di due province.

Dal carattere spiccatamente rurale e dalla bellezza prorompente in tutte le stagioni, rappresenta quasi la metà del territorio del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, di cui racchiude la parte paesaggisticamente e naturalisticamente più significativa.

Si trovano in quest’areale i rilievi più elevati dell’Alta Murgia (Torre Disperata, 686 m s.l.m. e Monte Caccia 682 m s.l.m.) e le formazioni forestali più estese delle provincie (il Bosco Difesa Grande a Gravina e il Bosco di Acquatetta tra Minervino e Spinazzola), oltre a numerose altre aree boscate di notevole interesse naturalistico, come il Bosco Scoparello di Ruvo di Puglia e i Valloni di Spinazzola.

Importanti ed aspre anche lame e gravine, intervallate da lunghe distese di praterie rocciose, meta dei cercatori di funghi.

Tra le formazioni carsiche più importanti, figurano il Pulicchio di Gravina e le cave di bauxite di Spinazzola.

Il territorio comunale di Gravina in Puglia è compreso nell’elenco degli habitat rupestri, predisposto dal Piano di Sviluppo della Regione Puglia del 1982. L’area vanta un patrimonio di grotteanfratti scavati nel tufo e nelle rocce in cui per secoli visse il popolo delle caverne.

Abitato sin da epoche antichissime per la presenza di importanti fonti d’acqua (i laghi Locone e Serra del Corvo e il fiume Ofanto a nord), (Fontana D’Ogna, Capo D’Acqua) quello del GAL Murgia Più è un territorio denso di valenze storiche ed archeologiche. Ne sono testimonianza l’esistenza del Parco Archeologico di Botromagno(si stratificano insediamenti risalenti a numerose epoche storiche) a Gravina in Puglia (Silvum in età romana, Sidion della Magna Grecia) gli straordinari ipogei dauni di Canosa di Puglia, i siti neolitici di “Grottelline” del “Cavone” (VI millennio a.C.) a Spinazzola, il villaggio dell’Età del Bronzo presso la Rocca del Garagnone, le tante specchie e tombe a tumulo rinvenute nell’areale.

TRANSUMANZA E RETE VIARIA

I ritrovamenti archeologici dimostrano che le boscosissime vallate murgiane (in particolar modo quelle di Spinazzola, Poggiorsini e Gravina), furono attraversate dall’Appia Antica, prestigioso asse viario che collegava Roma con l’Oriente sin dal 211 a.C.

Terre di jazzi e peschiere, posti di sosta e piscine, interessate a lungo dal fenomeno economico e sociale della transumanza, furono al centro della viabilità doganale pugliese, costituita da tre principali tratturi: il Regio Tratturo n° 21 (142 km) che ricalcava la via Appia e attraversava il comprensorio per tutto il lato Sud-Ovest/Sud-Est da Melfi a Castellaneta; il Regio Tratturello n° 19 che, partendo da Canosa, passava per i territori di Andria, Corato e terminava a Ruvo; il Regio Tratturo n° 18 (Barletta-Grumo) che delimitava, il territorio da Nord-Ovest a Nord-Est congiungendo Barletta con Grumo. Il Tratturello n° 68, che portava da Corato a Fontana d’Ogna, intersecava trasversalmente  i tre percorsi, mentre il braccio n° 20 (Canosa-Montecarafa) e il Tratturello n° 67 (Montecarafa-Minervino) si addentravano in direzione Nord-Ovest nei territori di Minervino e del Garagnone. A valle delle lame, che d’inverno si trasformavano in ruscelli, nevierepiscine e pozzi raccoglievano le acque reflueParietoni e specchie segnavano i confini tra le università e tra i feudi; i pagliari soddisfacevano le diverse funzioni minori.

Dal secolo XV, nei territori della Regia Dogana della Mena delle Pecore(istituita da Alfonso V d’Aragona nel 1443) iniziò la messa in opera di locazioni e riposistrutture mirate al miglioramento e alla protezione delle attività agricole, al cui interno sorsero le poste (Posta Taddoi, di Gioia, Spagnoletti, Pozzacchera, S.Leonardo, Sei Carri, Due Carri, di Grotte, di Grotte piccolo, Pedale, Peragine, Parco della Murgia, le due Poste Corsi), che proteggevano gli armamentii dai freddi invernali e dalla tramontana .

Nei territori di Gravina, Garagnone e Altamura furono edificate decine di jazzi, posizionati come le poste, nelle zone più interne, in pendenza e con esposizione a mezzogiorno. Tali strutture destinate all’allevamento ovino e quasi sempre dotati di mungituro, stalle (lamioni), camino per la lavorazione del latte e abitazioni per i pastori, non dipendevano dalla giurisdizione doganale.

LE MASSERIE

La Dogana aveva interesse nel mantenere a pascolo la maggior superficie possibile. Pertanto o le masserie, che dal XV al XVII secolo assunsero varie denominazioni, tra cui quella di “masserie di portata”, “masserie di corte” , “nuove masserie” e “masserie fiscali”, erano severamente controllate  e variavano continuamente per dimensioni, per composizione e per funzioni.

Le masserie maggiori, nel periodo che va dal XVI al XVII secolo, assumevano l’aspetto di piccole fortezze con mura di cinta, torri merlate e caditoi; tali strutture difensive venivano realizzate in un secondo momento, anche se bisogna rilevare qualche eccezione.Dal XIX secolo fino alla metà del secolo scorso molte masserie furono dotate di casino padronale.

Tra le decine di masserie del territorio, si ricordano: il Cardinale, Capoposta, Melodia, Garagnone, Barbera, Sassi, Poggioferrata, Modesti, Coppa, Cefalicchio, Pavoncelli, Malerba, Tremaglie, Di Coppe, Melodia, Garagnone,  Povera Vita, Taverna Nuova, Trullo di Sopra, Protomastro, Trullo di Mezzo, Trullo di Sotto, Torre Disperata), molte delle quali abbandonate sebbene di inestimabile valore.